Il “rock” secondo me (e la sua morte)

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Quale forma di ribellione più del rock contro norme sociali e politiche, istituzioni e consumismo? Quale resistenza individuale e pacifica più del rock contro il sistema, il formalismo e l’ipocrisia?

Il Rock per me nasce da qui, un’esplicita rivolta, un fenomeno musicale comunicativo e culturale che rappresentava l’autenticità e che si contrapponeva al pop commerciale e dominante. Il Rock ha messo in scena un profondo rapporto tra musica e senso di vita quotidiana il cui stile  ha assunto un carattere simbolico di identità, libertà e trasgressione a regole preincartate, fu una spinta ad una vita vissuta intensamente, qui e adesso, andando verso il limite e talvolta superandolo per un senso di libertà incondizionata, eccedendo per fuggire da una realtà a volte troppo stretta.

il Rock era anche voglia di gioco e di gioia, energia fisica, celebrazione del corpo e del sesso, una comunicazione diretta di storie dure, di sogni ed emozioni e soprattutto di gioventù. Chi incarna meglio la trasgressione giovanile istituzionalizzata da “giovani” settantenni musicisti come i Rolling Stones?

Il Rock e la sua comunicatività fu caratterizzato anche dai suoi valori (come amicizia, amore, senso di giustizia ecc) e dai suoi simboli (come capelli, abbigliamento ecc) liberando condotte espressive ed emozionali e liberando soprattutto il piacere. Il Rock ereditò tutto ciò da numerose forme musicali precedenti e a sua volta è diventato un termine generico utilizzato per individuare tantissimi altri sottogeneri che si sono sviluppati in seguito, contribuendo alla diffusione di movimenti culturali e sociali….

…MA GUARDATECI OGGI….

Oggi i vari stili musicali si chiudono in se stessi con i loro ascoltatori… Oggi la società non si occupa e preoccupa più di quelli che cercavano sfogo nel Rock perchè sa di averli conformati, soggiogati…. Oggi siamo visti solo come poveri diavoli con un passatempo musicale, ci siamo fatti fottere dal conformismo livellatore di una massa sempre più anonima e impersonale, inducendoci ad un silenzio inquieto, pieno di risentimento, carico di rancori… a canzoni vuote.

Oggi il ribelle è un animale raro da sacrificare a cui caricano la molla e tramite cui vivono esperienze e trasgressioni che vorrebbero fare altri, ma che non ne hanno il coraggio… e poi lo linciano. Oggi il mondo musicale è pieno di sempliciotti e ciarlatani, con ben poche personalità degne di essere prese in considerazione, e quelle poche sono ai più sconosciute e sottovalutate.

Siamo avvelenati dall’ego, tutti vogliono parlare, nessuno è il grado di ascoltare, di sentire profondamente; tutti vogliono essere diversi e tutti sono uguali, isolati nei propri selfie e in vite normalissime che credono speciali al punto di scambiare per alieno chi ha vissuto davvero.

Tutti vogliono essere delle rockstar, senza umiltà, senza ossa e senza stoffa. Niente si crea dal niente e senza una forte struttura personale dove ve ne tornerete, dove vi appoggerete quando arriveranno i momenti in cui la vostra vita traballerà? Le ribellioni, le rivoluzioni iniziano da dentro, sono motivate da ideali e valori forti, hanno bisogno dell’umiltà per apprendere le adeguate informazioni per far si che cambino e forgino il nostro mondo interiore, la nostra personalità unica. Se tutto è solo un’apparenza in superficie per piacere e compiacere agli altri, per stare all’interno di una massa che si sposta in una data direzione… state certi che siete uguali a tutti e passata la prima ondata,  presto tornerà il piattume e le vostre apparentemente fighissime e trasgressive gesta verranno dimenticate…. soprattutto da voi stessi.

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