“…Perché Livorno dà gloria soltanto all’esilio e ai morti la celebrità…”

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“… Livorno, oltre Modì, diede alla luce perlomeno un altro memorabile maudit (n.d.r. maledetto). Un ulteriore demonio sotto la maschera di santo. Piero Ciampi sapeva: come sapeva Modì… sapeva la forza tremenda generata dalla sua città natale, che a propria volta sa ricacciarti dentro le sue viscere in un istante o, all’opposto, sa sputarti via in terra straniera. Mai disposta alle mezzetinte, Livorno: anche a Piero impose la strada, come per Modì. Gli disse vai, gli disse vai e trova quel che vorrai essere, perchè qui da me è dato sì cercare, ma non trovare. Fu così che Ciampi prese la via alla ricerca di se stesso, della sua voce da compositore e interprete. A Livorno avrebbe perdonato tanto. Ma non sempre, e non tutto : “Dovrebbe spiegarmi Livorno perchè il fatto d’esser livornese incide tanto sulla rabbia…” è la domanda ripescata da una lontana intervista a Piero datata 1976… “Livorno è un’isola”, sembra sentire la voce di Ciampi che seguita a spiegare : ” E’ la città più difficile per tutti, anche per me. Perchè a Livorno c’è tutta la contraddizione del mondo: ci sono gli americani, c’è il più grande Monte di Pietà che si possa immaginare. C’è anche una delle più numerose comunità ebraiche in Italia. A Livorno sono nati il partito socialista e quello comunista (n.d.r. Livorno, dopo Firenze è la città più massonica d’Italia) e c’è anche una squadra  di calcio che milita in serie C ma che meriterebbe lo scudetto in A. Ecco, io sono il Robinson Crusoe di quest’isola che poi è un mondo.” Piero Ciampi ….”

Tratto da Il ballo di san Vinicio di Massimo Padalino

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