Due mesi “on the road” tra Italia, Spagna e Portogallo

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A partire da maggio non mi sono mai sentita così viva!! Ovvero, in realtà molte altre volte mi sono sentita così, ma mai per un lungo periodo continuativo come questo….  A maggio, in occasione di un mio impegno (una premiazione musicale) nei dintorni di Roma, siamo partiti in moto per il Lazio e dopo aver esplorato quasi ogni angolo, anche il più nascosto della nostrana Tuscia,  dopo una breve pausa siamo partiti per la Spagna e il Portogallo. Nessuna prenotazione, carichi solo del minimo indispensabile per la “sopravvivenza” e la voglia di staccare la spina a pieno. (Potete leggere il racconto di viaggio e vedere qualche foto cliccando qui)

E’ stata un’avventura fantastica, un’esperienza unica, mille viaggi in uno; la realtà ha superato la fantasia e tutto è andato al di là delle aspettative.

Ho visto cambiare il paesaggio sotto i miei occhi mentre viaggiavamo e modellarsi in base ai vari fattori climatici. Siamo passati dai 47 gradi all’ombra del sud ai 14 al sole al nord, le dolci spiagge mediterranee diventare deserto roccioso, per poi mutare ancora in ventose scogliere oceaniche e ancora in “simil-fiordi” nordici e infine in montagne e di nuovo in deserto. Abbiamo conosciuto tantissime persone e gradualmente abbiamo visto il mutare delle loro usanze e della loro alimentazione. Abbiamo ammirato monumenti al di là di ogni immaginazione con influenze artistiche sempre diverse in base a storie, latitudine e longitudine. E’ stato il viaggio dei viaggi vissuti fino ad ora, settimane piene di tutto, di sorprese, di imprevisti, di vari stati d’animo e scoperte.

Adesso che sono rientrata alla “base”, a parte un pò la fatica per riadattarmi alla mia quotidianità, anche se spesso interrotta da gite fuori porta, scopro ottiche diverse nel vedere le cose e non riesco a capire se siano mutamenti temporanei in me o definitivi.

Indubbiamente sono ancora un pò sbalestrata dal viaggio e per ora sono cambiate alcune mie priorità….

In viaggio le cose importanti erano trovare un buon posto per dormire al sicuro, bagno ed acqua corrente, cibo, preservare una buona salute e l’assenza di problemi negli spostamenti… per il resto era tutto troppo grande e bellissimo per avere altri tipi di preoccupazioni, per pensare ai soliti problemi da cui magari inutilmente ci facciamo assorbire le energie tutti i giorni, per cui ci stressiamo o per cui ci demoralizziamo spesso, e questo modo di pensare sta perdurando anche adesso che sono ferma e a casa.

Quei paesaggi dalle enormi dimensioni, quelle immagini intense e vivide in cui mi muovevo ed ero immersa, sembravano cartoline ed io ne facevo parte, mi sono sentita parte per l’ennesima volta di quest’enorme bellissimo scenario che è la Terra. In quei momenti non contava l’apetto che avevo, se ero truccata o meno, se ero stanca e sudata o appena uscita dalla doccia, o come ero vestita … Non mi curavo del mio aspetto (ovviamente sempre pulito e decente) o di cosa avrebbero potuto pensare gli altri di me, ma la gente mi vedeva così come sono e non come la proiezione modificata di una mia immagine tirata di tutto punto…. Ho assaporato la libertà, ero libera da orari imposti, da pensieri logoranti, ero libera dai tormenti del passato e dalle preoccupazioni sul futuro. C’era solo un avvincente presente.

Adesso sento l’urgenza di ripartire o quanto meno di vivere come se fossi in viaggio, cercando di guardare la mia quotidianità con occhi curiosi come quando si esplora una terra nuova, di viverla con entusiasmo e con approccio diverso. 

Non so se è stato un’altro ennesimo viaggio anche dentro di me, ma sicuramente so che anche stavolta, oltre alla “gastroenterite del viaggiatore”, ho ripreso anche la sindrome di Wandelust (la malattia dell’eterno viaggiatore, di chi non riesce a stare fermo) dalla quale credo di non essere mai guarita…

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